giovedì 28 giugno 2012

Seconde case, alberghi e sviluppo turistico


Pubblichiamo un post del nostro amico Gianluca Strata che riflette sui rapporti tra il turismo e la panificazione del territorio.


Seconde case, alberghi e sviluppo turistico.


Questi ultimi mesi dell’attuale legislatura amministrativa del nostro Comune hanno visto alcuni importanti momenti di azione relativamente alla pianificazione del territorio: qui però non mi interessa entrare nel merito delle scelte adottate e/o in corso di adozione ma svolgere qualche osservazione strategica sul turismo e sulle conseguenze che ciò comporta sulla pianificazione del territorio.
Qualche cenno storico permette di inquadrare la situazione: mi limiterò agli aspetti di maggior rilevanza senza entrare nel merito degli elementi tipicamente congiunturali.
Courmayeur, come noto, nasce con riferimento al fenomeno del turismo come località termale e, quasi contestualmente, come area in cui praticare l’escursionismo estivo e l’alpinismo, favoriti l’uno da una situazione climatica particolarmente favorevole, l’altro dal sovrastante Monte Bianco.
Nella prima metà del novecento il turismo è riservato ad una élite limitata che gode di un’ampia disponibilità di mezzi e così, al fianco delle prime strutture ricettive, si affiancano le ville di un’alta borghesia e aristocrazia. E’ con il dopoguerra che la situazione si modifica radicalmente. La ricostruzione post bellica e la nuova industrializzazione ampliano considerevolmente la fascia sociale della media ed alta borghesia così che, a partire dagli anni ’60, numeri crescenti di cittadini accedono a Courmayeur per le loro villeggiature.
Essi frequentano le strutture alberghiere e in generale ricettive che, forti dell’accresciuta domanda, si espandono: nel contempo si produce anche una domanda di alloggi. Siamo ormai nel decennio degli anni ’60 e da questo momento il processo si sviluppa in modo esponenziale: l’intervento nella prima metà degli anni ’70 dell’imprenditore Savoretti amplia ulteriormente la fruizione turistica invernale ed il processo di edificazione prosegue.
È chiaro che di fatto la possibilità di trasformare aree verdi in aree edificabili ed edificate produce un effetto di arricchimento altrimenti non possibile: ma il beneficio si riversa su tutta la popolazione; commercianti, albergatori, ristoratori, maestri di sci, guide alpine, artigiani,….
La vicinanza alle grandi città del Nord infatti, abbinata all’interesse nell’investimento sul mattone dei suoi abitanti, rende conveniente privilegiare la ricettività sulle seconde case, ulteriormente favorita dal sistema autostradale: già con l’autostrada sino ad Aosta i tempi di accesso per i milanesi passano dalle 5 ore degli anni ’60 alle 2 ore e mezzo e si riducono ulteriormente con l’ultima frazione autostradale sino al Traforo.
Il decennio degli anni ’80 e quasi tutti gli anni ’90 trascorrono così con una Courmayeur turisticamente forte.
E’ però a metà degli anni ’90 che accade il fatto nuovo che modificherà strutturalmente il turismo mondiale. L’amministrazione statunitense liberalizza il costo del trasporto aereo e nell’arco di un quinquennio, poco più poco meno, il costo del trasporto aereo crolla in tutto il mondo.
Qui dobbiamo distinguerne, per valutare le conseguenze sulla nostra Courmayeur, gli effetti tra Italia ed estero; l’effetto sulla clientela italiana è che alle località della tradizionale villeggiatura si affianca la possibilità di viaggi internazionali in nuove, e lontane, località turistiche: le seconde case iniziano a ricevere una frequentazione inferiore ai due decenni precedenti e con tale minor frequentazione minor spesa sul territorio. Qui è importante rimarcare anche come la tipologia di seconde case realizzate non si presta al cosiddetto utilizzo “a rotazione” (tipicamente cioè con locazioni brevi e ripetute nel corso delle stagioni, come ad esempio gli “studio” francesi): o le utilizzano direttamente i proprietari e relativi inquilini annuali-stagionali o i letti restano “freddi”!
E all’estero? Anche per inglesi, americani, tedeschi ecc. ecc. il costo del trasporto aereo è crollato: ma Courmayeur non è internazionalmente conosciuta come altre località di turismo montano estivo e invernale. La situazione evolve negativamente: le presenze italiane decrescono, le straniere languono o crescono di pochi punti percentuali, la durata dei soggiorni diminuisce.
Quali allora le conseguenze in termini di pianificazione del territorio? Se per lo sviluppo delle presenze le seconde case non costituiscono più una linea di sviluppo efficace, è inevitabile procedere sulle due direttrici della internazionalizzazione da un lato e, dall’altro, di un rinnovamento nell’offerta verso i proprietari delle seconde case esistenti (sia per il diretto utilizzo sia per la locazione a rotazione) al fine di recuperare giorni di presenza nell’anno (entrambe difficili e che richiedono comunque tempi non immediati); ma è certo che il territorio è ormai giunto (anzi dal mio punto di vista ha superato) il suo limite di edificabilità. E il limite è tale anche per una ragione di caratterizzazione turistica: è infatti la peculiarità ambientale del nostro territorio, the Mont Blanc sunny side, che sola può offrirci la possibilità di essere meta di un turismo internazionale alla ricerca di paesaggi unici e di un ambiente “a misura d’uomo”. Il cemento ormai è un nemico per tale sviluppo turistico.

Gianluca Strata

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