Passeggiando per la Val Ferret oggi pomeriggio sono stata colpita dalla stridente differenza tra il tappeto verde del campo da golf, e i prati e le torbiere della zona naturale, che va da Pra Sec a Lavachey, immediatamente successiva al campo da golf.
un verde un po' troppo verde |
Questo fatto mi ha un pochino abbattuta dato che nel mio giardino, dove ho seminato prato inglese, mi ritrovo quantità enormi di cicorie, trifoglio nano e gigante, cardi e roba simile …….
Casualmente passeggiavo con un esperto di botanica che mi ha illuminata. Mi ha spiegato che si tratta di una o più varietà di graminacee selezionate, non presenti naturalmente in Val Ferret, spesso sterili (anzi è meglio se sono sterili per non contaminare la zone limitrofe)… Ma il punto fondamentale è che per ottenere un tappeto erboso così omogeneo, in piena natura, su un terreno così fertilizzato è necessario usare quantità esorbitanti di diserbante selettivo che uccide tutto quanto è a foglia larga... facile, no? Peccato che con le piante a foglia larga si uccidono anche gli insetti, si rende inesistente la biodiversità... inoltre il diserbante può facilmente finire nei nostri rubinetti, penetrando nelle falde acquifere. Quindi possiamo definire il tappeto erboso del golf artificiale e mortale (ops credo che continuerò a coltivare cicorie!!).
meno ordinato, ma molto più vivo |
Per evitare scempi del genere la Comunità europea ha lanciato una politica di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e ambientale e della biodiversità che si attua attraverso le Direttive Habitat 92/43 e La Direttiva Uccelli 79/409 CEE.
Courmayeur ha un campo da golf a 9 buche in una delle ZPS della Valle d’Aosta della Rete Natura 2000 e ciò è già discutibile rispetto alla tutela dell’ambiente, ma adesso, non soddisfatta di questa situazione anomala, l’amministrazione Derriard individua un possibile ampliamento in una zona SIC (Sito di interesse comunitario)…
Mi chiedo se è un caso di mancanza di sinergia fra le varie amministrazioni o, come temo, i nostri amministratori non sanno neppure dove vivono e di quali ricchezze ambientali dispongono. Forse fingono di non saperlo, ma comunque da qui ad arrivare finalmente a valorizzarle è evidente che la strada è ancora lunga.
Nora