martedì 30 ottobre 2012

Tutta l'Italia lo chiede: salviamo il paesaggio !

  Carlo Petrini, rappresentante del movimento Slow Food, ha aderito al Forum nazionale Salviamo il Paesaggio difendiamo i territori dichiarando:
" dal 1950 ad oggi l'Italia ha perso milioni di ettari della sua superficie libera (...) è giunto il momento di fare una campagna comune, di presidiare il territorio in maniera capillare a livello locale, di amplificare l'urlo di milioni d'italiani che sono stufi di vedersi distruggere paesaggi e luoghi del cuore".

Che dite, noi aderiamo, e voi ?  

Il nostro luogo del cuore lo conoscete tutt*, è Courmayeur: le montagne, le vallate laterali, i boschi e quei pochi prati rimasti. 
Un posto che meriterebbe il riconoscimento di patrimonio mondiale dell'Unesco - che avrebbe anche ricadute positive sul turismo - e che invece viene quotidianamente aggredito da "primitivi" adoratori del cemento e del denaro.


domenica 28 ottobre 2012

Attenzione ! L'ambientalismo è contagioso: a Courmayeur è in atto un'epidemia ?

  Rispetto alle richieste degli albergatori di Courmayeur alle liste in campo, La Stampa titolava: "Stop al cemento".

Un altro caso di furore ambientalista ?

Scherzi  a parte, non può che farci piacere la presa di posizione degli albergatori.
Magari non saremo d'accordo su tutto e forse più che un'epidemia di ambientalismo si tratta di un semplice ritorno al buon senso, ma la loro presa di posizione è interessante (clamorosamente non rilevata dai vari professionisti profumatamente pagati per redigere il nuovo piano regolatore, come il prof. Alex Fubini, o quello turistico).

Qui alcuni estratti della loro presa di posizione:

  • “A Courmayeur non si può più concedere altra terra a nessun tipo di sfruttamento edilizio o commerciale;”
  • "il paese è ormai saturo";
  • “Da alcuni decenni ormai, gli amministratori pubblici hanno trascurato tale vocazione naturale a favore della tutela di altri interessi”.
Noi già lo dicevamo che, da troppo tempo a Courmayeur, l'unico interesse che conta è quello della lobby del cemento, ora altri lo ribadiscono.

Un piacevole ritornello che forse potrà interrompere l'attuale sciagurata deriva.

venerdì 26 ottobre 2012

Liste elettorali

Dopo alcuni giorni di fibrillazione le liste per le prossime elezioni comunali sono pronte. Speriamo che nessuno si sia ispirato a Stendhal nel scegliere i suoi compagni di avventura:
M. Valenod avait dit en quelque sorte aux épiciers du pays : donnez-moi les deux plus sots d’entre vous ;aux gens de loi : indiquez-moi les deux plus ignares ; aux officiers de santé : désignez-moi les deux plus charlatans. Quand il avait eu rassemblé les plus effrontés de chaque métier, il leur avait dit : régnons ensemble.

martedì 23 ottobre 2012

Bandiera nera rock

Ecco come il nostro amico Stefano Bigio ha visto la consegna della bandiera nera di Legambiente al Sindaco Derriard durante l'ultimo consiglio


NO FUTURE !!! from stefano bigio on Vimeo.

Per chi non fosse riuscito a seguire ecco la reazione a caldo del nostro sindaco:

Ecco su questa qui,... su questa cosa qui io desidererei, magari anche durante una conferenza stampa, approfondire con chi ha dato questa bandiera, con delle motivazioni che forse avete letto... che sono fatte su presupposti e non su fatti … desidererei veramente avere un confronto punto per punto sulle norme tecniche di attuazione e soprattutto sulle motivazioni assolutamente infondate, generali e generalistiche di questa consegna di bandiera nera.
Io la prendo con orgoglio, questa bandiera nera, perché ho la consapevolezza di avere la coscienza pulita, di non aver fatto nulla che danneggi il mio territorio, il nostro territorio, il territorio di tutti e viste le motivazioni di Lega Ambiente che mi consegna la bandiera verd… nera sono assolutamente orgogliosa di ricevere questa perché dietro questa c'è esattamente la motivazione che non c'è.
Per cui grazie per la bandiera nera … Mi sembra… eh… un fuori… fuori … fuori programma. Gradirei veramente entrare nel merito. Con questa motivazione sono orgogliosa della bandiera nera. Grazie...

sabato 6 ottobre 2012

SIC & ZPS for dummies


Visto che tra i personaggi importanti del blog ci sono le ZPS e i SIC ci sembrava cosa buona e giusta dare qualche semplice delucidazione per chiarire che cosa si nasconde dietro questi due acronimi...
Ufficialmente tutto ha inizio con una data: il 21 maggio del 1992  l'Unione Europea emette la Direttiva Habitat sulla “conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora (piante) e della fauna (animali) selvatiche". Questa direttiva ha proprio lo scopo di tutelare la biodiversità all'interno di aree e siti di volta in volta individuati, attraverso il mantenimento oppure il ripristino di condizioni che rendono queste zone così importanti da un punto di vista naturalistico, tanto da ritenere prioritaria la loro conservazione.
L'Italia ha recepito la direttiva in questione nel 1997 attraverso il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 modificato ed integrato dal D.P.R. Del 12 marzo 2003.
Figlia legittima di questa direttiva è Natura 2000: il principale strumento della politica europea per la conservazione della biodiversità. Rete Natura 2000 è una vera e propria rete ecologica diffusa su tutto il territorio europeo ed è un po' il braccio della direttiva sopracitata, volendo considerare questa come la mente del tutto. Si fa infatti riferimento a questa Rete per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora o fauna minacciati o rari a livello comunitario.
Ma che cosa è la rete?
Essa è costituita, guarda un po', proprio dalle zone di protezione speciale ZPS istituite dalla direttiva Uccelli 79/409/CEE e dalla zone speciali di conservazione ZSC istituite dagli Stati membri secondo quanto stabilito dalla direttiva Habitat. Le zone speciali di conservazione altro non sono che i SIC cioè siti di importanza comunitaria, zone in cui sono applicate le misure di conservazione e mantenimento necessarie o di ripristino di habitat naturali e delle popolazioni di specie per cui il sito è stato designato dalla Commissione Europea.
La rete Natura 2000 è costituita quindi da aree che non sono riserve naturali rigidamente protette dove le attività umane sono escluse. La Direttiva Habitat infatti intende proprio tutelare queste aree, garantendo la loro protezione naturalistica, ma tenendo conto anche delle esigenze economiche sociali e culturali, nonché delle particolarità locali e regionali delle zone individuate. Questo è un punto importante da non sottovalutare, perché quando poi vengono fatti i piani di gestione di queste aree attraverso ricerche scientifiche lunghe e accurate, viene sempre considerato il risultato tra l'attività umana  e l'ambiente naturale.
Infatti l'Europa non dimostra con questa direttiva di voler vietare e basta, anzi l'obiettivo è proprio quello di integrare queste aree all'interno di zone dove l'uomo si concilia con la natura e contribuisce con le sue attività a mantenere l'integrità e la conservazione del posto. (Andate a vedere cosa dice il piano di gestione pubblicato sul blog su quali sono le attività umane che si conciliano con le zps e i sic in Val Ferret e in Val Veny).
Ma tornando a noi,  in questo momento le regioni italiane hanno individuato 2287 SIC e 601 ZPS, di questi, 323 coincidono con le zone SIC.
All'interno di questi siti sono stati protetti complessivamente: 132 habitat, 88 specie di flora, 99 specie di fauna e 381 specie di avifauna ai sensi della direttiva Uccelli.
La tabella riporta per ogni Regione il numero, l'estensione totale in ettari e la percentuale rispetto al territorio complessivo regionale, rispettivamente delle ZPS, dei SIC e dell'intera rete Natura 2000.

* Poiché il sito IT1201000 cade in parte in Piemonte ed in parte in Valle d'Aosta, il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna Regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.
** Poiché il sito IT7110128 cade in Abruzzo, Lazio e Marche e il sito IT7120132 cade in Abruzzo, Lazio e Molise, il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna Regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.
*** Numero ed estensione dei siti Natura 2000 per Regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i SIC e le ZPS.
Dati aggiornati ad ottobre 2011. Tabella estrapolata dal sito del Ministero dell'Ambiente

Quindi volendo fare un piccolo sunto se a qualcuno non fosse ancora chiaro il processo:

  1. Gli Stati membri, e quindi anche l'Italia propongono una lista nazionale con tutti i siti “pSIC" (siti di importanza comunitaria proposti) che le diverse regioni valutano possano avere un interesse naturalistico da salvaguardare;
  2. la Commissione Europea valuta le liste e adotta con una decisione per ogni regione biogeografica una lista di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che diventano parte della rete Natura 2000. Per analizzare le proposte dei vari Stati, la Commissione europea prima di pubblicare le liste iniziali dei Sic, organizza seminari scientifici per ogni regione biogeografica a cui partecipano esperti indipendenti e rappresentanti di organizzazioni non governative di livello europeo. Durante questi seminari i siti vengono vagliati per verificare che al loro interno sia presente un campione sufficientemente rappresentativo di ogni habitat e specie per la loro tutela complessiva a livello comunitario;
  3. Una volta adottate le liste dei SIC, tutti gli stati membri devono designare tutti i siti presenti nelle liste SIC, come “Zone Speciali di Conservazione” il più presto possibile e comunque entro il termine massimo di sei anni, dando priorità ai siti più minacciati e/o di maggior rilevanza ai fini naturalistici;
  4. Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del  Territorio e del Mare italiano pubblica quindi con propri decreti le liste dei SIC italiani per ogni regione biogeografica;
  5. Le ZPS vengono invece designate direttamente dagli stati membri prendendo come riferimento la Direttiva Uccelli ed entrano quindi automaticamente a far parte della Rete Natura 2000 senza passare dal via... Salta la casella Commissione europea e tira il dado...
In questi decreti ci siamo ovviamente anche noi (sul sito della Regione Autonoma Valle d'Aosta potete scaricare la lista di tutti i siti regionali con le relative cartine) e nella parte della zona biogeografica alpina la zona di Courmayeur compare con queste aree  così ufficialmente riconosciute:

IT1204010 Ambienti glaciali del Monte Bianco e















IT1204032 Talweg della Val Ferret















E su questi potete andare a rivedere i numerosi post che abbiamo già pubblicato sul blog con le motivazioni e le emergenze floro-faunistiche che hanno determinato la tutela di queste aree, oltre al piano di gestione di queste aree.

Giovanna


venerdì 5 ottobre 2012

Ma quali zone umide ! vogliamo un bel prato verde...

Tra le difficoltà riscontrate nel confronto con i promotori del raddoppio del golf di Courmayeur (quando il confronto è possibile e non veniamo assordati dagli insulti scomposti di persone come il prof. Milano), c'è quella di far capire il valore di una zona umida e comunque non modificata dall'intervento umano, rispetto ad un ordinato prato verde.

Per aiutarvi a capire, vi rimandiamo ad alcune foto di un luogo ormai trasformato dall'uomo: il Vallone di Comboé.

prima


adesso
                           
Noi lo preferivamo prima. 
Un prato verde senza fiori è più bello del cemento, ma è naturale come una mucca di plastica (tipo quella all'ingresso di Courmayeur...)
L'esempio di Comboè serve inoltre a smentire quelle anime belle che continuano a dichiare che si può fare tutto, naturalmente "nel rispetto dell'ambiente". Noi crediamo, invece, che alcune cose è meglio lasciarle come la natura le ha fatte. Custodi e non giardinieri, per intenderci.
Qui altre foto e un commento più che condivisibile.

martedì 2 ottobre 2012

Ancora qualche coperto


La lettera di Ferdinando Derriard ha suscitato molte reazioni... Riportiamo qui di seguito la lettera di risposta di Vittorio Bigio pubblicata su La Stampa il 26 settembre.

La Stampa del 26 settembre 2012

Ho letto con un poco di difficoltà la farraginosa lettera del signor Derriard che a fine estate invoca l’apertura senza limiti nelle valli Veny e Ferret.
Si consoli il signor Derriard: dalla fine di agosto e senza alcun divieto, le Valli sono pressoché deserte, fatto salvo qualche fine settimana.
Evidentemente il problema è un altro o meglio molti altri.

La chiacchierata del signor Derriard mi riporta agli anni sessanta del secolo scorso, quando ingenuamente chiedevo agli esercenti di allora perché i sentieri venissero trascurati.
La risposta era “E bravo te, così i turisti vanno a camminare e non si fermano nei nostri locali”.

Ma veniamo ai “problemi” che vanno ben al di là di una parziale e pilotata chiusura delle Valli nel solo mese di Agosto.

  • La crisi globale: certo sono 5 anni che l’Europa è in crisi e probabilmente durerà ancora assai a lungo.
  • In aggiunta, dalla apertura del collegamento autostrada-tunnel del Monte Bianco, i turisti di passo devono esser ben motivati per uscire a Courmayeur e dare un’occhiata in giro.

Motivazioni fino ad ora ne sono state “inventate “ pochine in effetti.
Molti “turisti di passo” preferiscono fermarsi a Chamonix, vuoi perché li finisce l’autostrada, vuoi  perché Courmayeur non è mondialmente nota.
Vai a sapere perché?
Non è che la fama di Courmayeur sia quella di un pigro e alquanto noiosetto dormitorio per cittadini stanchi? Dunque un “appartamentificio” senza limiti, che accoglie gli investimenti dei turisti e non solo… assicura pingui guadagni ad architetti, imprese e proprietari terrieri e garantisce un grandioso riempimento della stazione per una misera ventina di giorni l’anno.
Soddisfacente signor Derriard ?

Ma quali sono signor Derriard le strategie in tempo di crisi, per mantenere gli incassi di tempi migliori? Che sia sufficiente ammucchiare automobili nelle Valli, Valli che sono Patrimonio dell’Umanità?

  • Un albergo a cinque  stelle? Possibile. Ma la clientela di un 5 stelle non si accontenta di affastellarsi nel “budello” di via Roma  confondendosi con il mordi e fuggi giornaliero che auspica il signor Derriard.
  • Forse valorizzare le due Valli e proporle come gioielli al turismo internazionale, sarebbe una soluzione? Certo a Zermatt, Saas Fee e tante valli della Svizzera e senza andar troppo lontano nella nostrana Val Nontey a Cogne, in Alto Adige, in Trentino, il turismo si fa a piedi o con i mezzi pubblici. E caso strano funziona non male, anche in tempo di crisi.


Ma riuscite ad immaginare un turismo esigente e sofisticato (quello a 5 stelle, quello che forse ha ancora quattrini da spendere) che passeggia in una delle più belle vallate del pianeta, circondato da automobili, tubi di scarico, strombazzamenti, e va a spasso su un pezzetto di sentiero largo poco più di un metro che fiancheggia una carrozzabile con il suo inarrestabile carosello di auto?
E quando, questo villeggiante raffinato, esigente, arriva in zona campo da golf , si ritrova una alta rete a chiudergli il paesaggio e cartelli che lo invitano a non sostare per il pericolo di palline da golf sul capoccione ?
Ma chi glielo fa fare signor Derriard? Neppure lei passeggerebbe volentieri lungo la val Ferret  intasata di auto!

E quel bel sentiero che da Pra Sec percorre il lato sinistro orografico della val Ferret fino a LaVachey: largo, pianeggiante, piacevole. Perché non è minimamente indicato e proposto con ampie delucidazioni, poste a lato della strada, come alternanza al percorso sull’asfalto. Nessuna spiegazione, nessun invito al viandante di percorrerlo in alternativa alla strada. Perché?

E lo sterrato che sale da Planpincieux alla Cappelletta passando tra abetaie e prati, perché non viene indicato e proposto al villeggiante? Perché si insiste nel privilegiare l’asfalto?
Perché non realizzare un percorso alternativo,  in parte già esistente, che da Entrèves, da Planpincieux,  risalga la val Ferret nella sua interezza senza mai toccare asfalto?
Se esistesse un percorso differente, potremmo ponderare sulla possibilità che le auto si affastellino sulla strada, accontentando così il signor Derriard.  Sarebbe comunque una stoltezza  ma almeno ci sarebbe un’alternativa.

E per concludere, visto l’innegabile successo numerico di manifestazioni “estreme” quali il Grand Trail, Ultra Trail e Tor des Geants, Trail del Cervino, solo per citare le più appariscenti in Valle d’Aosta, non sarebbe il caso di considerare che un numero sempre maggiore di frequentatori dell’alpe, desidererebbe camminare su sentieri paesaggistici ben curati, piuttosto che passeggiare sull’asfalto o muoversi con le auto?
Con i migliori auguri di buona fine stagione al signor Derriard e di buona fine mandato alla nipote, signora Fabrizia Derriard, Sindaco di Courmayeur.

Vittorio Bigio, guida alpina.