martedì 2 ottobre 2012

Ancora qualche coperto


La lettera di Ferdinando Derriard ha suscitato molte reazioni... Riportiamo qui di seguito la lettera di risposta di Vittorio Bigio pubblicata su La Stampa il 26 settembre.

La Stampa del 26 settembre 2012

Ho letto con un poco di difficoltà la farraginosa lettera del signor Derriard che a fine estate invoca l’apertura senza limiti nelle valli Veny e Ferret.
Si consoli il signor Derriard: dalla fine di agosto e senza alcun divieto, le Valli sono pressoché deserte, fatto salvo qualche fine settimana.
Evidentemente il problema è un altro o meglio molti altri.

La chiacchierata del signor Derriard mi riporta agli anni sessanta del secolo scorso, quando ingenuamente chiedevo agli esercenti di allora perché i sentieri venissero trascurati.
La risposta era “E bravo te, così i turisti vanno a camminare e non si fermano nei nostri locali”.

Ma veniamo ai “problemi” che vanno ben al di là di una parziale e pilotata chiusura delle Valli nel solo mese di Agosto.

  • La crisi globale: certo sono 5 anni che l’Europa è in crisi e probabilmente durerà ancora assai a lungo.
  • In aggiunta, dalla apertura del collegamento autostrada-tunnel del Monte Bianco, i turisti di passo devono esser ben motivati per uscire a Courmayeur e dare un’occhiata in giro.

Motivazioni fino ad ora ne sono state “inventate “ pochine in effetti.
Molti “turisti di passo” preferiscono fermarsi a Chamonix, vuoi perché li finisce l’autostrada, vuoi  perché Courmayeur non è mondialmente nota.
Vai a sapere perché?
Non è che la fama di Courmayeur sia quella di un pigro e alquanto noiosetto dormitorio per cittadini stanchi? Dunque un “appartamentificio” senza limiti, che accoglie gli investimenti dei turisti e non solo… assicura pingui guadagni ad architetti, imprese e proprietari terrieri e garantisce un grandioso riempimento della stazione per una misera ventina di giorni l’anno.
Soddisfacente signor Derriard ?

Ma quali sono signor Derriard le strategie in tempo di crisi, per mantenere gli incassi di tempi migliori? Che sia sufficiente ammucchiare automobili nelle Valli, Valli che sono Patrimonio dell’Umanità?

  • Un albergo a cinque  stelle? Possibile. Ma la clientela di un 5 stelle non si accontenta di affastellarsi nel “budello” di via Roma  confondendosi con il mordi e fuggi giornaliero che auspica il signor Derriard.
  • Forse valorizzare le due Valli e proporle come gioielli al turismo internazionale, sarebbe una soluzione? Certo a Zermatt, Saas Fee e tante valli della Svizzera e senza andar troppo lontano nella nostrana Val Nontey a Cogne, in Alto Adige, in Trentino, il turismo si fa a piedi o con i mezzi pubblici. E caso strano funziona non male, anche in tempo di crisi.


Ma riuscite ad immaginare un turismo esigente e sofisticato (quello a 5 stelle, quello che forse ha ancora quattrini da spendere) che passeggia in una delle più belle vallate del pianeta, circondato da automobili, tubi di scarico, strombazzamenti, e va a spasso su un pezzetto di sentiero largo poco più di un metro che fiancheggia una carrozzabile con il suo inarrestabile carosello di auto?
E quando, questo villeggiante raffinato, esigente, arriva in zona campo da golf , si ritrova una alta rete a chiudergli il paesaggio e cartelli che lo invitano a non sostare per il pericolo di palline da golf sul capoccione ?
Ma chi glielo fa fare signor Derriard? Neppure lei passeggerebbe volentieri lungo la val Ferret  intasata di auto!

E quel bel sentiero che da Pra Sec percorre il lato sinistro orografico della val Ferret fino a LaVachey: largo, pianeggiante, piacevole. Perché non è minimamente indicato e proposto con ampie delucidazioni, poste a lato della strada, come alternanza al percorso sull’asfalto. Nessuna spiegazione, nessun invito al viandante di percorrerlo in alternativa alla strada. Perché?

E lo sterrato che sale da Planpincieux alla Cappelletta passando tra abetaie e prati, perché non viene indicato e proposto al villeggiante? Perché si insiste nel privilegiare l’asfalto?
Perché non realizzare un percorso alternativo,  in parte già esistente, che da Entrèves, da Planpincieux,  risalga la val Ferret nella sua interezza senza mai toccare asfalto?
Se esistesse un percorso differente, potremmo ponderare sulla possibilità che le auto si affastellino sulla strada, accontentando così il signor Derriard.  Sarebbe comunque una stoltezza  ma almeno ci sarebbe un’alternativa.

E per concludere, visto l’innegabile successo numerico di manifestazioni “estreme” quali il Grand Trail, Ultra Trail e Tor des Geants, Trail del Cervino, solo per citare le più appariscenti in Valle d’Aosta, non sarebbe il caso di considerare che un numero sempre maggiore di frequentatori dell’alpe, desidererebbe camminare su sentieri paesaggistici ben curati, piuttosto che passeggiare sull’asfalto o muoversi con le auto?
Con i migliori auguri di buona fine stagione al signor Derriard e di buona fine mandato alla nipote, signora Fabrizia Derriard, Sindaco di Courmayeur.

Vittorio Bigio, guida alpina.

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