domenica 3 febbraio 2013

un mondo d’acqua:Il 2 febbraio è la Giornata mondiale delle zone umide

  Sabato 2 febbraio in tutto il mondo si sono festeggiate le zone umide.

Da noi, in VdA e soprattutto a Courmayeur, alle zone umide si vuole invece fare.... la festa !

Il World Wetlands Day 2013 ha per tema "le zone umide si prendono cura dell'acqua": in tutto il mondo si parla di gestione sostenibile dell'acqua, una risorsa preziosa dalla quale dipendono la sopravvivenza delle specie animali e vegetali e anche la maggior parte delle nostre attività socio-economiche.
Con le parole di Legambiente«Un'occasione per riflettere sull'importanza di questi ecosistemi, serbatoi di biodiversità, e sul patrimonio idrico della nostra Penisola», «Le zone umide, pur essendo ambienti particolarmente delicati e fragili, ci forniscono acqua potabile, producono il 24% del cibo del Pianeta, servono all'irrigazione delle colture, fanno da barriera e da magazzini naturali di acqua in caso di inondazioni e sono importantissimi serbatoi di CO2. Purtroppo nonostante siano un risorsa importantissima per la vita umana, nell'ultimo secolo sono scomparse circa il 90% di questi ecosistemi a causa della forte pressione antropica, dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici».

Per salvaguardare questi preziosi ecosistemi serve l'impegno diretto delle istituzioni e la sensibilizzazione dei cittadini. Per questo motivo è nata la rete italiana di Living Lakes, e Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria e coordinatrice di Living Lakes, spiega che il suo obiettivo è quello di «Promuovere una gestione integrata dei laghi, proteggere gli habitat naturali, la flora e fauna, diffondere la conoscenza di questi ecosistemi; ma anche sviluppare in modo sostenibile il turismo e le economie locali e svolgere attività sportive nel pieno rispetto dell'ambiente. Mettere insieme amministratori, associazioni e comunità locali  è un obiettivo fondamentale del nostro network che da alcuni anni lavora per una corrette gestione ambientale dei laghi e per fermare il degrado delle zone umide».
In Italia, oltre ai 53 siti Ramsar riconosciuti, che coprono oltre 60.000 ettari, ci sono anche molte zone umide considerate minori e spesso non riconosciute con lo stesso status previsto della pur svolgendo un ruolo primario nelle strategie per frenare la perdita di biodiversità, sono spesso poco conosciute dai cittadini e poco tutelate dalle istituzioni.


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